Massimo Bottura: «Il futuro dobbiamo amarlo. Il futuro è uno stato d’animo». Lo chef della Francescana ci porta in giro per l’Italia, direzione futuro: un’Italia unita, unica, senza barriere dove ogni finale è il seme di un nuovo inizio. La conoscenza è quello che vedi, quello che sai, ma la coscienza è assaporare senza confini, senza pregiudizio, senza barriere. È un mondo dove non c’è bisogno di specificare se chef sia uomo o donna, ma semplicemente una persona di talento; un mondo in cui l’apertura di un Refettorio, non faccia più notizia, ma che l’idea, il seme sia sparso in ogni angolo della terra, affinchè il cibo non venga sprecato, e vite non siano sciupate sotto il peso di un’ingiusta distribuzione di risorse. Semi, terreni fertili e che raccolto arriverà. We should never stop planting. Un mondo dove non si può fare a meno di parlare di senso di responsabilità, perché Massimo è uomo, marito e padre, è Osteria Francescana con i suoi ragazzi raccolti attorno a lui – una famiglia -, ma è anche Ambasciatore delle Nazioni Unite e, in quanto tale, è chiamato a essere un esempio di cambiamento, un gancio di condivisione tra il pensiero e la realtà, una voce per tutti coloro che hanno voglia di ascoltare.