Come si arriva a concepire un “risotto” (non risotto) mantecato col riso, dunque al netto di burro e parmigiano, sovvertendo senza nessuna intenzione sovversiva i sacri testi della cucina italiana? Non c’è nulla nell’essere cuoca di Antonia Klugmann che non c’entri con il mondo interiore di Antonia. Nessun tecnicismo fine a se stesso.
Pensieri e gesti sono avviluppati nello stesso magma, gli uni generano gli altri. L’esito finale è frutto di una semplificazione impietosa nella misura in cui lascia indietro la cuoca e il suo sturm und drang a vantaggio – lapalissianamente – del piatto e dell’interlocutore finale di un dialogo che inizia in luoghi assai lontani dal pass. Ed ecco l’eccezionale il “Risotto” cavolfiore e ginepro…