Il suo ristorante si chiama Hyle, che è il nome con cui gli antichi greci battezzarono la Sila, e si trova a San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza. Antonio Biafora, chef classe 1985, non soffre però la lontananza dai grandi centri. Cresciuto nel locale di famiglia, dopo aver frequentato l’Alma e le cucine di Michel Bras, è tornato sulla Sila con la voglia di raccontare il suo territorio attraverso la cucina. Sul palco di Identità di Pasta, Biafora lancia un video di pochi minuti e un tema, lo sfruttamento nei campi, e propone due piatti dove il fil rouge, di colore e di fatto, è il pomodoro, spesso raccolto proprio con lo sfruttamento di persone nei campi. Gli Spaghetti con sugo di sangue di coniglio rappresentano la storia del ristorante, ereditato dai nonni e che prima era una piccola osteria: la pasta viene saltata con cipolla stufata e mantecata con il sangue del coniglio. A volte – Biafora racconta – quando il sangue era poco, il sugo veniva allungato con il pomodoro. Testimonianza del grande lavoro di ricerca operato dal cuoco calabrese è l’altro piatto, la Pasta di pomodoro con muffe inoculate. L’idea parte da un semplice piatto di pasta al pomodoro, prima inoculato da Penicillium roqueforti, una muffa commestibile usata specialmente nelle produzioni casearie e, successivamente…