Amici da 20 anni, nonché reciproci testimoni di nozze, con il vezzo comune della ricerca della materia prima migliore, Davide Di Fabio e Jacopo Malpeli, non potevano che salire insieme sul palco di Identità di formaggio. E non potevano scegliere un titolo più azzeccato di quello che hanno voluto per la loro lezione: “Il gusto della memoria, costruire nuove identità”. «In Italia siamo molto fortunati ad aver costruito nei secoli delle matrici di gusto che si sono espanse in tutto il mondo. Noi, poi, siamo cuochi e abbiamo la fortuna di collaborare con delle persone che mettono a nostra disposizione delle materie prime», dice Di Fabio. Milanese di nascita e abruzzese d’elezione, dopo 16 anni alla corte di Massimo Bottura, oggi cucina al ristorante Dalla Gioconda di Gabicce Monte, un ex dancing e pizzeria trasformato in un locale plastic free. «Mi è bastato affacciarmi dalla terrazza e capire che quello era il posto dove volevo dare vita ai miei piatti», racconta. È parmense, invece, Jacopo Malpeli, che cucina all’Osteria del Viandante, ristorante nel centro di Rubiera che è un po’ «un rifugio intimo», un posto dove l’accoglienza emiliana viene mantenuta, senza la polverosità del passato. Ed è proprio da questa dimensione temporale che si affaccia sul palco di Identità di formaggio, il Cappelletto.